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NOOSHOCK
Candaş Şişman
the Turkish Avant-Garde -
Istanbul
Capitolo IIstanbul è una città che vive, per sua natura, di contrasti. O forse più precisamente, di giustapposizioni ciascuna così profondamente radicata da risultare armonicamente essenziale a determinare il carattere inconfondibile di uno di quei luoghi umani che hanno la capacità di stimolare il subconscio e la fantasia del viaggiatore.
Costantinopoli e Bisanzio, i Dardanelli e il Bosforo, il Mar di Marmara, i Diadochi, l’impero d’oriente e gli ottomani “alle porte di Vienna”. I mercanti levantini e il Bailo della Serenissima. L’atmosfera decadente e affascinante del Grande Malato d’Europa.
La baia dell’Anzac e il tenente colonnello Mustafa Kemal che incita un esercito senza munizioni: “Io non vi ordino di combattere, vi ordino di morire. Nel tempo che impiegheremo a morire, altri comandanti e altri soldati verranno a prendere il nostro posto”. Ataturk che vent’anni dopo scriverà: “A quegli eroi che versarono il proprio sangue e persero la vita, ora siete sul suolo di un paese amico, perciò riposate in pace. Per noi non ci sono differenze tra i Johnny e gli Mehmet che giacciono insieme qui nel nostro paese”.
Istanbul non si affaccia sul mare. Istanbul ne è divisa, confine tra Europa ed Asia, Porta d’Oriente, linea di confine mentale tra mondo cristiano e musulmano. Oriente e Occidente che si sfiorano senza toccarsi davvero, come l’Uomo e Dio nella Cappella Sistina.
Istanbul, città su due continenti, crocevia di commerci e culture, di spie e di complotti, di delicati equilibri geopolitici, è forse in realtà un non-luogo di quelli visitati nella mente più che nella realtà come Tangeri, Alessandria d’Egitto, l’isola di Mompracem.
Viaggiatore fermati!
La terra che calpesti
Una volta fu testimone della fine di un’era
(Necmettin Halil Onan, poeta turco, 1902-1968).
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La Post-Verità
Capitolo IIIn una metropoli oggi brulicante di oltre quindici milioni di abitanti - sospesa tra progresso e tradizione, tra aspirazioni liberali e autoritarismo conservatore - si sviluppa e vive una delle scene artistiche più vitali e interessanti del Continente.
Beral Madra, curatrice - proprio negli anni del grande rinnovamento dell’arte contemporanea turca - di due Biannali di Istanbul (1987 e 1989) e di cinque padiglioni turchi alla Biennale di Venezia, sulla relazione tra arte e politica in Turchia parla delle difficoltà in cui si muovono gli artisti turchi.
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In Turchia oggi è difficile per un artista occuparsi apertamente di questioni che attengono a temi controllati dalla strisciante censura guidata dalla crescente onda della morale conservatrice neo-ottomana. Gli artisti elaborano metafore, vie alternative, nuovi strumenti, nuovi linguaggi. Le opere diventano astratte, gli strumenti elaborati, i codici complessi.
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Performance e istallazione dell'opera SYN-PHON
Non si può creare in assenza di fattori e condizioni esterne. La nostra realtà e l’ambiente in cui viviamo sono la somma del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro. La struttura caotica di Istanbul, la diversità che coesistono al suo interno mi ispirano.
Il conservatorismo diventa ogni giorno più forte. Tuttavia, l’arte cresce meno forte in un ambiente confortevole. Si radica cocciutamente invece dove la natura è problematica. Guardo alla Turchia in questo modo. Ci sono tonnellate di cose da criticare, tonnellate di cose da cui nutrirsi.
La mia ricerca tuttavia è diversa, forse al di là dell’intero sistema. Quello su cui lavoro sono le modalità di percezione, le combinazioni sensoriali che consentono l’elaborazione di nuovi linguaggi. Non credo di dover parlare di quel conservatorismo. Spero che questo sia solo un altro passo nell'evoluzione umana e che i sistemi come la religione, il denaro e il governo scompariranno con l'aiuto della scienza, della consapevolezza e della tecnologia. Questo ci darebbe un modo di vivere più semplice e più felice.
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Algoritmi e creature ibride
Capitolo IVIl filo logico si fa sofisticato, frazionato in apparenti salti logici, superando la prima apparenza estetica del lavoro di Candaş. Nei suoi lavori, realtà fisica e digitale si fondono, superando la comune distinzione binaria. Nascono delle “creature ibride”, generate da un'architettura algoritmica estremamente complessa, ma essenziali, “naturali” nella loro apparenza, dotate di una propria vita che si colloca tuttavia al di fuori della percezione comune del tempo e dello spazio. Riproducendo il processo neurologico che si attiva nella contemplazione della natura, Şişman manipola il senso del tempo e dello spazio dell’osservatore forzandolo ad entrare in una dimensione a-temporale e contemplativa.
Quando lanci un sasso nell’acqua, si producono una miriade di increspature sulla superficie, in uno schema assolutamente imprevedibile. È qualcosa a cui l’osservatore è estraneo, su cui non ha alcun potere di intervento, non ha modo di influire su quella realtà. È l’effetto confortante, rilassante, della contemplazione della natura.
[Video installazione FLUX, 2010]
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Ma è proprio a questo punto che il salto logico e concettuale di Candaş Şişman comincia a dischiudersi nella sua dimensione più affascinante.
La più recente neurobiologia (es.Daniel Libet e Joseph Ledoux) ha dimostrato che, al suo livello più primario, il pensiero è automatico. Quando stimolati, i recettori molecolari possono elaborare le informazioni ed eseguire il pensiero in modo autonomo. Al contrario del paradigma razionale moderno, dunque, il pensiero non è qualcosa che facciamo, ma qualcosa che ci accade dall’esterno. Questo ribaltamento ci costringe a ripensare il nostro pensiero.
Qualcosa nel mondo ci costringe a pensare
Deleuze, Difference and Repetition, 1968: 139
Esplorando fino alle estreme conseguenze questo concetto, l’artista cerca di produrre questa stimolazione. I bruschi tagli, i movimenti automatici ipnotizzanti diventano uno strumento per "produrre uno shock al pensiero, comunicando vibrazioni alla corteccia, toccando direttamente il sistema nervoso e cerebrale" (Deleuze, Cinema II, 156).
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L'ultimo passo, il cerchio si chiude
Capitolo VISolo un ultimo passaggio è necessario.
Per Candaş Şişman lo sviluppo tecnologico si insedierà in ogni aspetto delle nostre vite, creando possibilità future per tutti. Gli artisti inizieranno a realizzare opere sempre più immersive, integrate nella vita pubblica. Forse alcune potranno essere viste solamente attraverso la realtà aumentata. L’uomo si evolverà nelle sue capacità: già oggi siamo riusciti ad aumentare il potere del pensiero attraverso la tecnologia indossando dispositivi specifici per acquisire nuove percezioni.
Quando riusciremo a controllare e a comprendere il cervello, riusciremo a creare realtà differenti dove le persone vivranno come se fosse l’unica realtà esistente
Scienziati, artisti e filosofi hanno bisogno di progettare insieme. Il tuo modo di vedere il mondo darà forma alle tue idee. Quindi saremo in grado di cambiare il mondo in cui viviamo, il modo di pensare e l’intero universo della mente.
Cambiando la prospettiva riusciremo a cambiare la realtà in cui viviamo. Una delle cose più entusiasmanti del futuro è acquisire l’abilità di trasformare la realtà.
Il cerchio si chiude e Istanbul riemerge in una nuova luce.
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Io non sono
nel tempo,
né del tutto oltre,
ma nel flusso
di un totalizzante,
momento monolitico, indivisibile.
(Ahmet Hamdi Tanpınar, Beyond Time, 1933)
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NOOSHOCK
Opere in mostra-
Candas Sisman
FLUX, 2011 Video digitale
Durata 4' 43''
Formato 48:9, Video 4K, colore
Edizione di 10 (6 di 10) -
Candas Sisman
SYN-Phon, 2013 Video digitale
Durata 10' 56''
Formato 16:9, Video 4K, colore
Edizione di 5 (1 di 5) -
Candas Sisman
EFF-LUX, 2011 Installazione audiovisiva per 15 pianoforti diversamente accordati e video
Durata 21' 44''
Dimensioni 16:9, Video 4K, colore
Edizione di 5 (3 di 5)
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Candas Sisman
SYN-PHON (digital print) [not displayed at the Gallery] Fotografia digitale
(Stampa digitale giclée glossy)
53 x 1000 cm
Edizione di 5 (3 di 5) -
Candas Sisman
EDICISUM, 2008 Video installazione
Durata 3' e 09'' -
Candas Sisman
ROGX, 2008 Video installazione
Durata 6' e 24 '' -
Candas Sisman
Retory, 2008 Video installazione
Durata 3' e 25'' -
Candas Sisman
IPOcle [not displayed at the Gallery] Light Installation
Lenses, light, mirror, sound, container, fog
240 x 1200 x 240 cm
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Ringraziamenti e Bibliografia
Special thanks to Ebru Yetişkin for her in-depth analysis and interpretation of Candaş Şişman work (see "In conversation with Candaş Şişman", Published on September 17, 2013)
[Ebru Yetişkin (1976) is an art critic and sociologist based in Istanbul. She works on new media arts and collaborates with new media artists. After completing her high school education in Westchester, NY, she went back to Istanbul and studied Radio-TV-Cinema in Istanbul University. She holds a master in Science, Technology and Society (Université Louis Pasteur - France). She received her PhD degree in sociology in Mimar Sinan Fine Arts University by conducting a research in The Center for Sociology of Innovation in Ecole Nationale Supérieure des Mines de Paris. She is a member of International Association of Art Critics (AICA) and has edited a special volume of Toplumbilim on Postcolonial Thought (2010), which is the first edited volume on the subject in Turkey.]
- Ozan Karakoc - BAK Magazine 17/2012 - Interview with Candaş Şişman)
- Yonca Keremoğlu - DiGiCult Magazine Dec. 2019 - Designing Experiences. Interview with NOHLAB
- Maria Orosan-Telea - ArtMargins Magazine Sept. 2018 - Contemporary Turkish Art: Interview with Beral Madra
- BBC Culture - The Heart of Turkey. The "Nerdworkers of Istanbul" - video interview with Candaş Şişman
- TRT World-Türkiye Radyo Televizyon Kurumu - Rendezvous with digital artist Candaş Şişman